Dopo un 2025 di guadagni diffusi, gli investitori si affacciano al nuovo anno con un mix di fiducia e apprensione. I mercati azionari hanno continuato la loro corsa, trainati dalla tecnologia, ma le valutazioni restano storicamente elevate e la liquidità, un tempo rifugio sicuro e redditizio, perde appeal con i tagli dei tassi della Fed. L’economia americana mostra resilienza, ma «una divisione a forma di K mostra una prosperità per le famiglie più ricche che si discosta dalla crescente tensione per le altre», osserva Marc Seidner, CIO Strategie non tradizionali di PIMCO. In questo scenario, come costruire portafogli resilienti per il 2026?
Azioni: valutazioni alte, ma il valore cerca spazio
Il mercato azionario statunitense si presenta al 2026 con multiple prossime ai massimi storici, in un rally pluriennale fortemente concentrato. «Mentre gli investimenti nell’intelligenza artificiale continuano a sostenere la crescita economica e l’ottimismo del mercato, la concentrazione dei rendimenti in una manciata di titoli tecnologici a mega capitalizzazione solleva interrogativi sulla sostenibilità», afferma Seidner. Il settore tech, inoltre, sta diventando più intensivo in capitale, finanziando le ingenti spese per l’IA sempre più tramite emissione di debito.
Tuttavia, sotto la superficie, ci sono opportunità. «I titoli orientati al valore mantengono prezzi interessanti rispetto alle medie storiche», sottolinea Seidner. Condizioni macroeconomiche di crescita stabile e ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed potrebbero favorire un ritorno alla media. A livello globale, le banche centrali dei mercati emergenti, con politiche monetarie più solide, hanno ora margine per stimolare le economie, sostenendo i rispettivi mercati azionari. «Vediamo opportunità interessanti in Corea e Taiwan, che offrono esposizione al settore tecnologico a valutazioni più convenienti, e in Cina», precisa il CIO di PIMCO. La conclusione per gli investitori è chiara: «Concentrarsi sul valore e sulla qualità», orientandosi verso settori sottovalutati piuttosto che inseguire i segmenti più costosi.
Obbligazioni: abbandonare l’eccesso di liquidità
Secondo Seidner, «gli investitori che continuano a detenere liquidità in eccesso oggi stanno perdendo una potenziale opportunità». Con l’avvio del ciclo di tagli dei tassi da parte della Fed, il contante comporta costi opportunità e rischi di reinvestimento. «Le obbligazioni offrono agli investitori la possibilità di fissare i rendimenti a livelli più favorevoli su orizzonti temporali più lunghi», spiega. Inoltre, quando i tassi scendono, le obbligazioni tipicamente apprezzano, migliorando il rendimento totale. «Ai rendimenti attuali, le obbligazioni di alta qualità appaiono interessanti in molti possibili scenari economici», aggiunge, evidenziando come offrano nuovamente una preziosa diversificazione dai rischi azionari. La raccomandazione è di «valutare la possibilità di passare dal contante alle obbligazioni di alta qualità», preferendo scadenze da 2 a 5 anni, e di sfruttare le opportunità globali, dai mercati sviluppati come UK e Australia a emergenti come Perù e Sudafrica.
Commodity e criptovalute: diversificazione e protezione
Il rally dell’oro sopra i 4.300 dollari l’oncia ha catturato l’attenzione. «La domanda degli investitori di protezione dall’inflazione, copertura geopolitica e diversificazione dal dollaro statunitense ha rafforzato il ruolo dell’oro come bene strategico», nota Seidner. Le banche centrali detengono ora più oro che Treasury USA, riflettendo un cambio di paradigma. Sebbene un ulteriore rialzo sia plausibile, «il recente rally è stato alimentato tanto dal momentum quanto dai fondamentali, e sono possibili ritracciamenti». Anche le materie prime in generale hanno dimostrato di essere validi diversificatori e coperture contro l’inflazione. Le criptovalute, guidate da Bitcoin, evolvono come analoghi digitali dell’oro, ma la loro volatilità rimane un fattore chiave. La raccomandazione è di «considerare allocazioni modeste e diversificate tra oro e materie prime» per migliorare la resilienza del portafoglio.
Credito: opportunità e rischi in un mercato maturo
Nel credito, gli spread ridotti segnalano cautela. «PIMCO ha messo in guardia dai rischi presenti in alcuni settori del credito con rating inferiori, in particolare nei mercati privati. Ora stiamo assistendo alla concretizzazione di alcune di queste sfide», avverte Seidner. Segnali di stress, come l’aumento del finanziamento PIK (payment-in-kind), indicano difficoltà nel servizio del debito per alcune società. Tuttavia, il panorama non è uniformemente negativo. «Vediamo opportunità in alcuni finanziamenti su larga scala, nel credito legato a consumatori a basso rischio e in alcuni prestiti immobiliari», precisa Seidner, citando anche opportunità di “project finance” per la costruzione di data center con inquilini solidi. La conclusione è che il 2026 richiederà un approccio attivo e flessibile: «Considerate strategie che non facciano distinzioni tra pubblico e privato nella ricerca di rendimenti superiori adeguati al rischio».
Il filo conduttore: decisioni attive e flessibilità
In tutte le classi di attività, il 2026 sembra richiedere un approccio dinamico. «La dispersione dei rendimenti azionari, l’evoluzione delle dinamiche dei tassi di interesse e l’interazione in continua evoluzione tra i mercati del credito pubblico e privato sottolineano l’importanza di una ricerca indipendente e di una gestione del rischio attiva», conclude l’esperto di PIMCO. In un mondo di persistente incertezza, gli investitori dovrebbero costruire portafogli ponderati, bilanciando liquidità, rendimento e diversificazione, pronti a cogliere le opportunità che un mercato sempre più selettivo saprà offrire.
