La caccia al rendimento riporta in auge i bond dei mercati emergenti

Il vento sta cambiando per il debito dei mercati emergenti (EMD), dopo anni di deflussi e di diffidenza da parte degli investitori, in particolare statunitensi. A segnalare una netta inversione di tendenza sono i dati e le acquisizioni di Aberdeen Investments, che registra un trend positivo nelle sue strategie EMD: il patrimonio gestito in questo comparto è cresciuto da 20 miliardi di dollari alla fine del 2024 a 22,4 miliardi a fine settembre 2025, incluso il business Insurance Partners.

Un segnale emblematico di questa ripresa è il recente mandato EMD “blended” da 500 milioni di dollari conferito ad Aberdeen da un fondo pensione statunitense. Il mandato copre debito sovrano e corporate in valuta forte, debito sovrano in valuta locale e include fino al 10% di esposizione al private credit dei mercati emergenti. Questa operazione, spiegano gli esperti di Aberdeen Investments, “segna un cambiamento rispetto al precedente ciclo di mercato, quando molti investitori statunitensi si erano allontanati dal comparto EMD, talvolta a favore del private credit”. L’interesse odierno, proseguono, “riflette una più ampia rivalutazione dell’asset class, guidata da un reddito interessante, più che dalle attese di un’ulteriore compressione degli spread”.

Le dinamiche macroeconomiche stanno creando un contesto ideale per questa asset class. I continui tagli dei tassi di riferimento nelle economie avanzate, uniti a un previsto indebolimento del dollaro USA, offrono infatti un doppio sostegno: da un lato spingono gli investitori verso asset a rendimento più elevato, dall’altro favoriscono i rendimenti delle obbligazioni in valuta locale dei paesi emergenti, le cui banche centrali stanno guadagnando spazio di manovra.

“Stiamo assistendo a una rinascita dell’interesse in tutti i sottosegmenti dell’EMD attraverso i canali istituzionali e all’ wholesale – commenta Siddharth Dahiya, Global Head of Emerging Markets Debt di Aberdeen Investments – Gli investitori stanno iniziando a prendere atto di alcuni dei solidi fondamentali e dei venti favorevoli strutturali che sostengono questo mercato. Mentre le banche centrali dei paesi sviluppati continuano a tagliare i tassi di riferimento, l’EMD diventa ancora più essenziale per soddisfare gli obiettivi di rendimento dei clienti”.

La conferma del cambio di passo arriva anche dai dati di flusso. JP Morgan segnala 11 settimane consecutive di afflussi verso i titoli sovrani in valuta forte, con i flussi netti da inizio anno passati da -9,8 a +4 miliardi di dollari dopo tre anni di deflussi. Le strategie in valuta locale sono in forte risalto, con l’indice JP Morgan GBI Global Diversificato in rialzo di oltre il 15% da inizio anno e afflussi superiori a 7 miliardi di dollari. Le vendite nette attive globali transfrontaliere di EMD hanno raggiunto ad agosto il massimo degli ultimi 31 mesi.

Ginny Richardson, Global Head of Strategy and Fixed Income Investment Specialists di Aberdeen Investments, aggiunge: “Stiamo assistendo a un deciso cambiamento nel sentiment verso il debito dei mercati emergenti. Gli investitori riconoscono sempre più il valore di questa asset class per il suo potenziale di rendimento, soprattutto in un contesto di tassi in calo nei mercati sviluppati. L’inversione di tendenza dei flussi, in particolare nel debito sovrano in valuta forte e nelle strategie in valuta locale, conferma la resilienza e l’attrattiva dei mercati emergenti. Riteniamo che questo slancio possa proseguire, sostenuto dalla ricerca di reddito e diversificazione da parte degli investitori”.

Dopo un lungo inverno, il debito dei mercati emergenti sembra quindi aver ritrovato il favore degli investitori istituzionali, che ne apprezzano il rendimento attraente e il ruolo di diversificazione in un panorama globale in evoluzione. Aberdeen Investments, con la sua crescita di patrimonio e l’acquisizione di mandati significativi, si posiziona tra i protagonisti di questa ripresa.