Asset allocation: small cap prossime a un punto di svolta

Dopo un decennio di performance inferiori rispetto ai titoli a grande capitalizzazione, il segmento delle small cap potrebbe essere vicino a un punto di svolta. Lo sostiene Matt Mahon, portfolio manager di T. Rowe Price, che individua diversi elementi macro e microeconomici in grado di riaccendere l’interesse per le società di minori dimensioni.

Secondo Mahon, “sebbene negli ultimi dieci anni i titoli small cap abbiano registrato performance inferiori rispetto alle loro controparti di maggiore capitalizzazione, vi sono segnali incoraggianti che indicano un possibile cambiamento di tendenza”. Un primo indicatore arriva dalle valutazioni, oggi significativamente più basse rispetto ai titoli large cap. “Ma da sole, le valutazioni non saranno sufficienti”, precisa il gestore, sottolineando la presenza di diverse forze favorevoli sul fronte fondamentale.

Utili in accelerazione e sorprese positive

Il quadro dei risultati del terzo trimestre, osserva Mahon, offre un segnale incoraggiante: “con i risultati sugli utili del terzo trimestre, queste società hanno mostrato un’accelerazione nella crescita delle vendite e degli utili”. Non solo: le società small cap hanno superato le stime degli analisti in misura maggiore rispetto alle grandi capitalizzazioni, una dinamica che potrebbe proseguire anche nei prossimi trimestri.

Il ruolo dei tassi di interesse e del mercato immobiliare

Guardando avanti, il 2026 potrebbe essere un anno favorevole per la crescita degli utili delle small cap. “Anche i tassi di interesse più bassi aiuteranno generalmente le società small cap più delle loro controparti di dimensioni maggiori”, osserva Mahon, ricordando che gran parte del loro debito è a tasso variabile o con scadenze più brevi. La sensibilità ai tassi rende queste società particolarmente esposte ai tagli attesi dalla Fed.

Un altro fattore potenzialmente positivo è il mercato immobiliare. Le small cap, spiega il gestore, sono “relativamente più esposte all’edilizia residenziale e al turnover immobiliare rispetto ai titoli ad alta capitalizzazione”. La recente stagnazione delle vendite di case ha rappresentato un freno, ma con il rallentamento del costo del credito il vento potrebbe cambiare direzione.

M&A ai massimi da tre decenni

Tra i fattori più dinamici a sostegno delle small cap emerge l’attività di fusione e acquisizione. “L’attività di M&A ha registrato una ripresa, evidenziando il valore che si può trovare in molte di queste società di piccole dimensioni”, spiega Mahon. Gli acquirenti strategici, a suo avviso, stanno già riconoscendo queste opportunità, contribuendo a creare “uno dei contesti di M&A più attivi degli ultimi 30 anni”. Il mercato pubblico, invece, sembra non aver ancora pienamente incorporato questo segnale.

Una rotazione settoriale in corso

Sul fronte della performance recente, il gestore osserva il rallentamento del rally che aveva premiato i titoli a bassa qualità e alta volatilità. “Nelle ultime settimane ha mostrato segni di cedimento”, afferma Mahon, evidenziando come la leadership stia ora passando ad aree del mercato rimaste indietro nell’ultimo anno, tra cui sanità ed energia.

Prospettive in miglioramento

Nel complesso, l’insieme dei fattori citati delinea un contesto più favorevole per le società a piccola capitalizzazione rispetto al passato recente. Le valutazioni appetibili, unite a un miglioramento dei fondamentali e a un ciclo di M&A particolarmente vivace, potrebbero aprire una nuova fase di interesse da parte degli investitori, soprattutto in vista di un contesto macroeconomico più accomodante.