Bond: i nuovi collocamenti governativi e corporate sotto la lente

Per molti anni il timore degli investitori si è concentrato sulla parola “spread”, diventata di uso comune dei media radio-televisivi e cartacei generalisti a partire dalla fine del 2008, dopo il crack Lehman, che ha aperto la strada alle speculazioni verso l’euro e i Paesi considerati più deboli per l’alto debito, in particolare nell’Eurozona con i paesi mediterranei, Grecia, Portogallo, Spagna, Italia con la compagnia dell’Irlanda, da questo si generò l’acronimo “PIIGS” a riprendere le iniziali dei vari Paesi.

Nel momento più difficile del 2011, sotto la guida del governo Monti, lo spread, ossia il differenziale tra i tassi tedeschi ed i nostri, divenne l’incubo quotidiano e tocco punte oltre 500 punti. Durante questa settimana, dopo aver ricevuto nella precedente anche il miglioramento di rating dall’agenzia Moody’s, la forbice di rendimento tra il benchmark italiano ed Bund è scivolata fino a 69 centesimi, minimo da almeno 15 anni, rispetto a 74 punti base dello scarto tra il decennale francese, mossosi in un range tra 73 e 75 centesimi.

Rispetto alla “carta” tedesca il benchmark spagnolo offre un premio di soli 47 punti base, il portoghese poco più di 30 e il greco meno di 60 centesimi. All’ultimo posto dell’Eurozona è la Slovacchia con un spread a quota 76, ma che esprime comunque un rendimento dei suoi titoli governativi di poco sopra il 3,5%. Contenere tutti i Paesi dell’Eurozona all’interno di questa forbice sotto gli 80 centesimi è comunque uno dei migliori risultati raggiunti da quando è stata creata l’Unione Europea, i cui titoli rendono in media il 3,14%. Stabile rispetto alla scorsa settimana il Gilt Uk a quota 4,45%, mentre i Treasury decennali sono tornati sopra il 4%, dopo alcuni dati macro economici in contrasto con le aspettative.

Le nuove emissioni governative sotto la lente…

In assenza di aste dal Tesoro, questa settimana l’offerta è arrivata da Francia e Spagna la cui proposta complessiva è di poco inferiore ai dieci miliardi di euro. Parigi ha emesso fino a 5,5 miliardi degli Oat 2035, 2040, 2041 e 2055; Madrid offre un massimo di 3,5 miliardi dei Bonos 2030 e 2037 insieme a 750 milioni di un indicizzato 2036.

L’agenzia di rating Moody’s, per l’Unione Europea insieme al Regno Unito, ha tagliato l’outlook sui suoi bond a “negativo” per il 2026. Alla base della valutazione, i maggiori rischi percepiti a causa del contesto geopolitico sfidante e i dazi americani.

Sul fronte delle emissioni corporate siamo oramai alle battute finali dell’anno, laddove la maggior parte del funding si è già conclusa. In genere la liquidità sul mercato tende a scemare verso la metà del mese, come succede in agosto, per poi riprendere massicciamente nella prima settimana del nuovo anno.

La Russia ha in programma l’emissione del suo primo bond denominato in yuan, per i Paesi che non hanno ratificato l’embargo internazionale. Si terrà il giorno 8 dicembre, anche se gli ordini verranno accettati a partire dal 2 dicembre. Non è noto l’importo che Mosca intenda incassare, sebbene il Tesoro abbia prospettato fino a quattro emissioni per complessivi 400 miliardi di rubli (4,4 miliardi di euro). Il bond in yuan della Russia sarà dual tranche. Verrà offerta una scadenza di 3,2 anni e una seconda di 7,5 anni. Per la prima il rendimento massimo oscillerà tra il 6,25% e il 6,50%, mentre per la seconda non potrà eccedere il 7,50%.

… e i nuovo collocamenti corporate sotto i riflettori

Volkswagen Bank è tornata sul mercato obbligazionario per la seconda volta nel 2025. La società ha avviato presso investitori istituzionali il collocamento di un green bond in tre tranche. La prima a due anni, con scadenza 10 dicembre 2027, è un’obbligazione a tasso variabile con prime indicazioni di rendimento di 85 punti base sul tasso euribor a 3 mesi, la seconda a quattro anni, con scadenza 10 dicembre 2029, ha prime indicazioni di rendimento a 120 punti base sul tasso midsdwap, la terza a sette anni, con scadenza 10 dicembre 2032, ha prime indicazioni di rendimento a 150 punti base sul tasso midswap. Boom di ordini a poche ore dalla partenza del collocamento, circa 9,1 miliardi: 1,8 miliardi per la tranche a due anni, 4,1 miliardi per la tranche a quattro anni e 3,2 miliardi per la tranche a sette anni; lo spread viene rivisto ed abbassato rispettivamente a +65 punti base sul tasso swap di riferimento. Per la tranche a due anni, a +88 per la tranche a quattro anni e a +118 per la tranche a sette anni. Nel dettaglio, la tranche con scadenza dicembre 2027 (codice Isin XS3249926695) offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso tre mesi euribor +65 punti, prezzo 100 e ammontare 750 milioni di euro; la tranche con scadenza dicembre 2029 (Isin XS3249926935) offre una cedola annua lorda del 3,125%, prezzo 99,582, rendimento 3,238% e ammontare un miliardo di euro; la tranche con scadenza dicembre 2032 (XS3249928394) offre una cedola annua lorda del 3,75%, prezzo 99,873, rendimento 3,771% e ammontare 750 milioni di euro. Rating assegnato alle obbligazioni green A1, lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila.

Credit Mutuel Arkea ha collocato un’obbligazione senior preferred a cinque anni di ammontare 500 milioni di euro. Il book ha aperto con un rendimento nell’area MS+100. Supportato da ordini superiori a 1,7 miliardi di euro, lo spread finale è stato fissato a MS+73 punti base, 27 punti base sotto la guidance iniziale a dimostrazione dell’elevata qualità del book. Nel dettaglio: cedola annua lorda 3,128%, Isin FR00140143T9 e rating A1/AA-.

ING Bank, tornata sul mercato dopo due anni di assenza con un nuovo bond Senior a 3 anni. Prime indicazioni di rendimento in area MS+60 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a fine collocamento a MS+38 punti base. Volumi consistenti, superiori ai due miliardi, hanno permesso all’emittente di rivedere la guidance iniziale. L’obbligazione verrà rimborsata alla pari alla scadenza fissata il1 dicembre 2028. La cedola lorda è stata fissata a 2,625%, ammontare un miliardo di euro, Isin XS3241220873 e rating A1/A+/AA-.

Danske Bank  è tornata sul mercato con un’obbligazione green 8NC7 Non-Preferred Senior. L’obbligazione (XS3244187764) ha scadenza a otto anni, il 2 dicembre 2033, e una call a dicembre 2032. Prime indicazioni di rendimento in area +120/115 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a +95 punti. Ammontare dell’emissione 750 milioni di euro, cedola annua lorda 3,375% e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille. Rating assegnato all’obbligazione Baa1/A-/A+.

Deutsche Bank ha piazzato un AT1 PNC8.9 al 6,75%, rendimento abbassato dal 7,125% annunciato ad inizio collocamento. L’obbligazione perpetua, cioè senza scadenza, presenta una call ad aprile 2035, cioè in quella data l’emittente può decidere richiamare e rimborsare il titolo a 100.  L’operazione di Deutsche Bank ha attirato una domanda finale di 7,5 miliardi di euro, a dimostrazione della popolarità di questo nome.  In caso di mancato esercizio della call, lo spread di reset sarà di 403,6 punti base sopra il tasso swap, il più basso mai raggiunto da Deutsche Bank sul mercato AT1 in euro. Gli ordini raccolti nel collocamento hanno raggiunto 7.5 miliardi, oltre sette volte l’ammontare emesso di un miliardo. Nel dettaglio: cedola lorda 6,75%, rating Ba2/BB- e Isin DE000A460DG7.

Grand City Properties è una compagnia con sede in Lussemburgo attiva nel settore immobiliare e ha collocato una nuova obbligazione presso investitori istituzionali, ha caratteristica perpetual, non richiamabile per 5,3 anni. L’obbligazione perpetual non ha scadenza, il bond è richiamabile alla pari dall’emittente dopo 5,3 anni ad aprile 2031. All’annuncio del collocamento le prime indicazioni di rendimento sono del 5.625%. Nella giornata gli ordini hanno superato 1.3 miliardi, il rendimento è stato ridotto al 5.20%. Cedola annua lorda fissata al 4,75% e prezzo di emissione 97,976. Ammontare 600 milioni di euro, lotto minimo 100mila euro con multipli di mille, Isin XS3246991981. Rating assegnato all’obbligazione subordinata BB+.

Nell’universo Tier 2, AIB è stata l’unica protagonista con un’operazione green di 11NC6. L’obbligazione subordinata green ha scadenza il 2 dicembre 2036 e possibilità di essere richiamata a dicembre 2031. L’operazione è stata quotata a MS+140 punti base, con un margine di interesse di 30 punti base rispetto rendimento iniziale di MS+170 punti, mentre i book finali hanno registrato una sottoscrizione quasi tripla su un totale di un miliardo di euro, 2,7 miliardi di euro verso un miliardo ammontare emesso. Cedola lorda 3,75%, rating Baa1/BBB-, lotto minimo negoziabile 100mila euro con multipli di mille e Isin XS3237229193.

Citigroup propone una soluzione per chi punta a consolidare il proprio patrimonio: l’obbligazione callable cumulative in euro (Isin XS3136709378). La data di emissione è fissata al 2 dicembre 2025, con scadenza al 2 dicembre 2050. L’obbligazione riconosce una cedola cumulativa annua del 7,25%, che verrà corrisposta al rimborso finale o anticipato. Il titolo è quotato su EuroTLX e sottoscrivibile con un minimo di mille euro. Citigroup vanta un rating A2/A , con outlook stabile. La quotazione avviene in modalità tel quel, quindi il prezzo incorpora il rateo di interesse. L’investitore non è vincolato fino al 2050: può uscire in qualsiasi momento vendendo sul mercato. L’emittente ha facoltà di richiamo a partire dal terzo anno (2028), con preavviso di almeno 5 giorni lavorativi. Il rimborso previsto cresce con il passare del tempo.

La società immobiliare inglese Aroundtown ha iniziato il collocamento di un nuovo bond in sterline a sette anni, con scadenza 11 dicembre 20232. Prime indicazioni di rendimento in area +170/175 sul Gilt di pari scadenza. Rating BBB e lotto minimo 100mila sterline.

A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker