Dall’inizio dell’anno, gli asset rischiosi hanno continuato la loro corsa al rialzo, nonostante le tensioni legate alla politica commerciale di Trump. Secondo Raphaël Thuin, Head of Capital Markets Strategies di Tikehau Capital, “diversi fattori chiave hanno sostenuto i mercati: il contesto economico è stato complessivamente resiliente, sia in Europa che negli Stati Uniti, e la crescita potrebbe riprendere nel 2026 su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Le politiche monetarie hanno anch’esse contribuito alla stabilità dei mercati. “La Banca centrale europea ha concluso il suo ciclo di tagli dei tassi, vista la visibilità sulla traiettoria dell’inflazione. Al contrario, la chiusura del governo ha rallentato la traiettoria di taglio dei tassi della Fed, che continua ad affrontare un dilemma: inflazione o occupazione”, spiega Nina Majstorovic, Product Specialist, Capital Markets Strategies, di Tikehau Capital.
I fondamentali aziendali restano solidi: la crescita degli utili rimane orientata al rialzo e le aziende sembrano gestire con successo gli effetti dei dazi doganali. Thuin aggiunge però una nota di cautela: “Le valutazioni sono aumentate su tutta la linea, sia per le azioni sia per il credito, e ora lasciano poco margine di errore in un clima ancora fragile, tra dazi, tensioni geopolitiche, deficit di bilancio e questioni relative all’intelligenza artificiale”.
Il credito rimane interessante
Il credito continua a rappresentare un asset chiave nelle strategie di investimento grazie alla sua capacità di generare rendimento e carry. “Nel settore high yield europeo, i fondamentali degli emittenti restano solidi: i tassi di insolvenza sono bassi e i margini netti stabili. I fattori tecnici contribuiscono alla contrazione dei premi di rischio, e la volatilità nel segmento high yield continua a diminuire, offrendo caratteristiche di rischio/rendimento particolarmente favorevoli”, spiega Majstorovic.
La strategia di Tikehau Capital privilegia portafogli con emittenti high yield caratterizzati da indebitamento ragionevole e rendimenti tra il 4% e il 7%, evitando emissioni eccessivamente complesse. Thuin sottolinea come “all’interno dell’universo CCC, puntiamo su emittenti con rating B/B- sul debito senior ma con obbligazioni subordinate non garantite con rating inferiore di un notch, per cercare un rendimento aggiuntivo dal 3% al 5%”.
Anche le obbligazioni finanziarie subordinate AT1 continuano a essere oggetto di interesse, soprattutto nei paesi europei con banche solide come Portogallo, Spagna, Italia e Grecia. “Riteniamo che i fondamentali del settore bancario europeo rimangano solidi, ma la continua restrizione dei premi per il rischio sugli strumenti AT1 li rende più sensibili al ribasso. Per questo adottiamo una posizione neutrale e rimaniamo selettivi sulle emissioni primarie”, aggiunge Majstorovic.
Opportunità azionarie in Europa e Stati Uniti
Nonostante le valutazioni elevate, alcune opportunità azionarie restano interessanti. In Europa, lo storico sconto rispetto agli Stati Uniti, unito all’ascesa di concetti come sovranità, autonomia e resilienza, apre prospettive in settori strategici come difesa, tecnologia e industria. Thuin osserva che “l’Europa vanta uno dei migliori ecosistemi mondiali nel settore della difesa, con ordini a livelli storici e necessità di aumentare la produzione, offrendo prospettive di crescita interessanti”.
Negli Stati Uniti, il settore tecnologico rimane centrale. “L’intelligenza artificiale è un megatrend strutturale. Nonostante alcune incertezze sulla sostenibilità della domanda e sui ritorni degli investimenti, gli hyperscaler hanno bilanci solidi e capacità di generare flussi di cassa per finanziare gli investimenti. Manteniamo un’esposizione selettiva, concentrandoci su operatori con visibilità sulla domanda, potere di determinazione dei prezzi e capacità di coprire gli investimenti”, afferma Majstorovic.
In sintesi
In conclusione, il 2026 si presenta come un anno di opportunità, ma richiede attenzione. Fondamentali solidi, politiche monetarie stabili e crescita degli utili sostengono i mercati, ma valutazioni elevate e rischi geopolitici impongono un approccio selettivo e disciplinato.
